lunedì 26 agosto 2013

le favole della buonanotte non esistono più

Non ci siamo Titolo. No, proprio non ci siamo. Ecco, ripeti dopo di me: tutti abbiamo bisogno delle favole, io pure. Il fatto che tu sia un titolo ben riuscito non significa che tu abbia ragione. Insomma, credimi.  Conosco chi ci perde le notti a raccontarle. Si, intere notti in bianco. Bianco e nero a dire il vero. Che' non vengono le parole e la mente si fa scura. Ma niente paura, in questo buio non ci sono mostri,  si aspetta solo che la luna intervenga in qualche modo a favore dell'eroe, che poverino,  mica può mettere nero su bianco se non vede niente.  Però sai, non si arrende. Quindi non farlo nemmeno tu, caro Titolo, capito? Ecco shh, goditi il momento, arriva la luna! Lui è grato alla sua luna che illumina col bianco tutte le sue paure, una pagina bianca ha bisogno di uno scrittore coraggioso, ma anche di una buona spalla. Solo che lo scrittore la usa più come una culla. Non lo sai che cosa fa? Torna bambino, prende un po' di cielo scuro e usa la luna come lima. Sfrega sfrega, taglia di qua, lima di la', è così che si compie la magia: l'inchiostro è pronto, la carta è la sua mente che brilla della forza della luna, il cuore palpita come fa quello di un bambino che fa le corse fino alla fine della notte, e in procinto di dare un bacio alla sua luna affianco, scrive convinto: verrò stanotte, io verrò a raccontarti le favole, che tu ci creda oppure no. Quindi caro Titolo ti devi arrendere: credi, il bacio della buonanotte è l'inizio della favola.

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