sabato 28 settembre 2013

paguri si nasce

Come i paguri facciamo, ci raccogliamo tutti dentro a qualcosa e ne facciamo casa.
Quando apriamo gli occhi è già odore di mare, sapore salato per qualcosa che abbiamo vissuto o che abbiamo visto accadere negli occhi degli altri.
Prendiamo appunti chiedendo favori ai polpi e senza dire grazie, ripartiamo.
Andiamo piano per i sassi, di fretta non ne abbiamo, ché pure raccogliere le forze è uno sforzo. Poi con le idee nella testa, ci spostiamo.  A grandi passi si perdono parole, gesti, le cose che incollano le persone alle storie, allora procediamo così, accorgendoci dei particolari del paesaggio. Salutiamo con garbo le stelle marine che pensano di far splendere le acque, giochiamo con i cavallucci che ci fanno le bollicine addosso.  E andiamo. Prendiamo e cerchiamo di coprire il nostro corpo molle e affaticato con delle alghe. Ma son coperte leggere, che non ci fanno il guscio, sono ripari di frasi scritte velocemente, che si perdono con la corrente.
E allora continuiamo.
Arriva sempre quel momento del riposo, del nascondiglio segreto, lo cerchiamo per riprendere fiato, per annichilirci, per distrarci.
O per cullarci.
Come paguri siamo, portiamo in giro le parole e i sentimenti e quando vediamo case diroccate, abbandonate, dimenticate, noi ne facciamo casa.
Prendiamo a prestito il resto degli altri e lo facciamo nostro per un po', per un viaggio, forse due. Lì ciò che è stato lasciato a brandelli si fa storia di nuovo, stiamo al caldo in quella conchiglia prima vuota, e la riempiamo con le idee del cammino.
Quando si fa brutto il mare, arrabbiato e confuso, noi stiamo lì,  al riparo nelle storie, perle nascoste in una casa che non è madre, ma nostra salvezza.
Come i paguri siamo, nasciamo nudi, scoperti e raminghi, desiderosi solo di trovare quel luogo, quella storia, che dia un senso, un calore.
Ah, i paguri sanno amare tutto e lo sanno fare bene, partono dalle macerie e si fanno ponti, strade, vie segrete e pazienti. Si incontrano tra loro, qualche volta si parlano, scambiano conchiglie, alghe e inchiostri.
E qualche volta, fanno casa insieme.
Paguri si nasce, noi siamo come i paguri, stiamo nella stessa storia, la scrivamo, la commentiamo, la osserviamo e la raccontiamo.
Noi siamo come i paguri, ci prendiamo a prestito, ci scambiamo le case in continuazione, ci teniamo al caldo con quello che c'è, come possiamo. E lì, l'uno dentro l'altro, stiamo.

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