lunedì 20 agosto 2012

Hard c(u)ore

Farò piano, pianissimo, perché come vuoi che possa finire una cosa così?
Sarò una barca che ti oscilla dentro e ti porta il mare.
Sarai un gorgo che mi risucchia, una voragine che mi accoglie.
Ci vorrò cadere dentro il tuo piccolo inferno, umido e pietoso.
Soffierò sulla tua fiamma, piano, sempre piano, così riderai per il solletico, riderai piano perché ti piacciono i sussurri del vento.
E sarò anche quello. Tutto attorno come una brezza che ti avvolge senza braccia, una piuma sui tuoi occhi, e con la bocca solo sorgente d’acqua viva da scambiarci sulla lingua.
E anche tu sarai mare per me, prima di venire, me lo dirai, mi dirai “amore aspettami ancora. Aspettami. ORA”
Poi uscirò che le mie vele saranno tornate morbide.
Ma non smetteremo di amarci.
E dopo la carne, saranno i nostri sguardi, un mare dentro un altro mare.

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