giovedì 13 giugno 2013

Il luogo dell'anima

Esistevano un luogo e un tempo dimenticati da molti eppure ancora da realizzarsi; un luogo in cui il passato si fondeva al futuro per generare un unico momento, solo il presente cresciuto come un albero secolare immenso. Nella sua corteccia, qualcuno aveva scavato un buco per fare in modo che quell'attimo presente non fosse un'esperienza da vivere in completa solitudine, ma da condividere, sebbene in modo fuori dal comune. Tutti quelli che andavano a confessarsi nel buco scavato in quell'albero scrivevano milioni di segreti con la loro voce, inchiostro di molecole vitali. Quell'albero registrava una vita che finiva nella vita di un altro. Quando ci si accostava all'albero non si poteva sapere chi sarebbe stato il destinatario di quelle parole; tutte quelle pagine di segreti inconfessabili in un mondo, venivano immediatamente smascherati al lato opposto, alla fine della voragine, in un'altra dimensione.
Un giorno è accaduto che dall'altro capo della mia bocca, si trovasse la tua.
Noi non abbiamo fatto come gli altri, non abbiamo rispettato le regole, e in questo modo abbiamo imparato il suono delle nostre parole: abbiamo parlato nello stesso momento e ascoltato un istante dopo. Abbiamo soffiato verità e bugie e abbiamo ascoltato tutto il silenzio possibile. Ci siamo mossi in sincronia: ciò che scrivevo io era irrimediabilmente legato a quello che scrivevi tu e viceversa, ma senza essere l'uno la conseguenza dell'altro, era più come essere la stessa cosa nello stesso momento.
Un giorno però abbiamo perso il ritmo, hai ascoltato qualcosa che non ti era piaciuto, o forse parlandoci l'uno sull'altro, abbiamo confuso l'ora dell'appuntamento e non ci siamo più ritrovati in quel presente solo nostro.
Ti volevo solo dire che non sono più tornata all'albero dell'anima, tutte quelle parole non erano destinate a qualcun altro. Non avrebbero potuto. Se uno le dice con l'anima non lo può ripetere che a quell'altra anima, a nessun altro.


1 commento:

  1. Potrebbe essere la trama di una nuova opera teatrale. Bellissima e complimenti alla scrittrice. Flora

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