È stato un accozzarsi di desideri e
sogni, attriti di pensieri come pietre che si sfregano l'una con
l'altra. Pietre sì, ma di natura diversa; tu levigato dal mare, io
aguzza, forgiata nella fiamma del vulcano.
Tutto addosso a te scivola e passa, un
po' ti cambia, un po' ti lascia indifferente. Contro di me invece,
tutto s'accosta, si ferma, s'incastra. E diviene parte integrante di
me.
Certe volte penso che è come se tu
perdessi un pezzo di te in questa vita, ogni giorno, ad ogni
incontro; mentre io invece mi arricchisco, appesantendomi però.
E allora è successo, non si da bene
come, che noi come pietre ci siamo trovati nelle mani grandi
dell'universo, che per una volta ha voluto giocare cambiando le
regole: vediamo che succede se sfrego due pietre cosi diverse, che
scintilla verrà fuori?
Accozzandoci, i miei spigoli sono
caduti e si son fatti terra, le scintille della tua pelle liscia l'hanno fecondata di idee nuove. Io carta da disegno, legno da
dipingere, tu, tutte le parole , le innovazioni, la creatività.
Questo succede a pensieri e pietre
così diverse, caro universo, a questo hai dato origine: un nuovo
mondo.
Ma anche così cambiate le due pietre
sono state di nuovo separate. In mano all'universo, giocoliere
distratto, sono state bistrattate, lanciate in aria, riprese.
Adesso siamo lì, tra dita
imperscrutabili attendiamo di tornare chi al mare chi al vulcano, o
magari approdare allo stesso luogo, diverso e sconosciuto da quello
materno; adunati su un altro punto di partenza.
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