mercoledì 5 giugno 2013

Ri-m-pianto

che poi ho visto un vaso vuoto, allora mi son detta: ma perché lasciarlo vuoto? insomma ci sono tanti vuoti in questa vita, cose che mancano, sono morte, o sono state sradicate. e niente, a me proprio quel vuoto di cose non fatte e non dette non mi andava giù; allora ho preso il rimpianto e gli ho dato un bel taglio: "Ri" ora so che certe preposizioni sono inseparabili, vivono solo se ci mettiamo la terra e il concime e tutto quello che serve. poi mi son detta che mi occorreva qualcosa per scavare: ho preso una "m" che con quei dentini lì fa un po' fatica (tanta fatica), ma piano piano scava per bene nella terra e una culla riesce a farla. poi ho preso tutto il pianto - gocce di piccoli semi d'acqua - e l'ho versato nella terra, ché di certo dal dolore qualcosa di buono dovrà pur venire fuori. niente, quindi mi son messa a piantare il pianto scavando con una emme piccolina e tenendomi stretta a te - conficcata dalle piccole radici - , che sei il vaso, o forse la terra, come ti pare, basta che da lì non mi lasci più andare.


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